Chinese Asian father talking to his son but he will not listening, holding his ears with his hands refusing the good advice

[blockquote style=”1″]L’utilizzo di forme di disciplina verbale violenta da parte dei genitori può contribuire all’insorgenza di sintomi depressivi negli adolescenti a partire dai 13 anni, secondo un nuovo studio.[/blockquote]

Secondo una nuova ricerca, i genitori che gridano, insultano o imprecano nel tentativo di correggere un comportamento sbagliato potrebbero in realtà peggiorare proprio quel comportamento e aumentare il rischio di depressione nei propri figli.
Lo studio longitudinale ha rivelato che quasi la metà dei genitori (dal 45 al 46% delle madri e dal 42 al 43% dei padri) ha ammesso di usare un linguaggio verbale violento per disciplinare i propri figli di 13-14 anni.

Ming-Te Wang, PhD della University of Pittsburgh, ha reso noto che, grazie ad un modello cross lag, la ricerca ha mostrato come un’esposizione elevata a metodi disciplinari basati su un linguaggio ostile all’età di 13 anni è in grado di produrre un aumento nei problemi comportamentali negli adolescenti fra i 13 e i 14 anni. Un’elevata esposizione alle urla dei genitori e ad altre forme di disciplina verbale ostile, inoltre, è in grado di presagire l’insorgenza di sintomi depressivi fra i 13 e i 14 anni. Questo studio è uno dei primi ad esaminare l’impatto della disciplina verbale da parte dei genitori sul comportamento degli adolescenti e la depressione. La ricerca, inoltre, sembra suggerire una relazione reciproca tra un tipo di disciplina verbale negativo da parte dei genitori e un cattivo comportamento da parte degli adolescenti.

[blockquote style=”2″]I risultati della ricerca suggeriscono l’esistenza di un ciclo coercitivo parentale all’interno del quale un genitore potrebbe reagire a problemi di condotta da parte del proprio figlio con una forma di disciplina verbale ostile ed umiliante, provocando l’adolescente ad assumere un comportamento ancor più negativo a causa di questi veri e propri assalti verbali.[/blockquote]

La psicologa Nadine Kaslow, PhD, presidente eletta della American Psychological Association, non ha partecipato allo studio del Dr Ming-Te Wang e colleghi, ma ha tenuto a sottolineare come questi risultati non facciano altro che mostrare la futilità e il potenziale danno che deriva dal reagire ai problemi comportamentali negli adolescenti servendosi di forme di disciplina verbale violente. Una reazione di questo tipo “invia il messaggio che quando si è arrabbiati o turbati o spaventati, le urla sono la sola soluzione […] ma questo è esattamente l’opposto del messaggio che i genitori dovrebbero inviare. Strillare e urlare, inoltre, non sono metodi così efficaci. Forse possono servire ad interrompere il comportamento per un po’, ma l’adolescente molto probabilmente tornerà a manifestare lo stesso comportamento nell’arco di un’ora o due”.

La ricerca ha preso in esame 967 famiglie formate da due genitori e i loro figli che hanno preso parte ad uno studio longitudinale volto ad esaminare la socializzazione familiare e lo sviluppo adolescenziale.
Circa la metà dei partecipanti era di origine caucasica, il 40% afro-americani e il resto di origine etnica differente e tutti sono stati ingaggiati attraverso 10 scuole medie pubbliche della Pennsylvania.
Il campione preso in esame era ampiamente rappresentativo di livelli socio-economici variabili, dove il reddito medio annuale dei genitori equivaleva a 51 mila dollari, tasse escluse. Nove famiglie su dieci, ovvero l’89%, hanno riferito che solo uno dei genitori lavorava, il 71% dei padri e il 69% delle madri avevano un diploma di scuola superiore e il 50% dei padri e il 46% delle madri erano laureati.
I ricercatori hanno valutato due ondate di dati raccolti quando i ragazzi avevano un’età media di 13.3 anni e 14.4 anni.
Il sondaggio, strutturato in modo da valutare la condotta degli adolescenti, includeva domande quali: “L’anno scorso, quante volte avete: a) disobbedito a scuola? b) mentito ai genitori? c) rubato in un negozio? d) partecipato ad una rissa tra bande? e) vandalizzato delle proprietà pubbliche o private per divertimento?”. È stato chiesto agli adolescenti di giudicare il proprio comportamento su una scala da 1 a 5, dove 1 significava mai e 5 dieci volte o più.
I genitori, invece, sono stati sottoposti ad un questionario volto a misurare il loro utilizzo della disciplina verbale di tipo violento, con domande quali: “L’anno scorso, dopo che vostro figlio vi ha disobbedito o ha fatto qualcosa di sbagliato, quante volte avete: a) gridato, urlato o strillato contro vostro figlio, b) imprecato o utilizzato delle parolacce contro di loro, e c) chiamato vostro figlio stupido, pigro o con altri nomi del genere?”.

Questa ricerca è stata una delle prime a testare se altri aspetti del comportamento genitoriale, come il calore materno o paterno, servissero a moderare la relazione tra la disciplina verbale violenta, il comportamento degli adolescenti e i sintomi della depressione adolescenziale.
Quanto scoperto dai ricercatori suggerisce che il calore genitoriale non era in grado di tamponare gli effetti della disciplina verbale ostile.

[blockquote style=”2″]La disciplina verbale ostile era associata ad un aumento dei problemi di condotta e dei sintomi depressivi indipendentemente dal fatto che lo stile genitoriale fosse caratterizzato da livelli bassi, moderati o alti di calore materno o paterno,[/blockquote]

secondo quanto scritto dai ricercatori.
I limiti citati dagli autori dello studio includono il fatto che i comportamenti di genitori e figli erano stati riportati dalle persone interessate, la mancanza di informazioni in merito al comportamento di figli e genitori in passato e il fatto che nello studio sono state incluse soltanto le famiglie con due genitori.

La disciplina violenta sia materna che paterna è stata collegata all’aumento dei problemi comportamentali negli adolescenti. I ricercatori sono quindi giunti alla conclusione che i risultati ottenuti con questo studio “vanno a sostenere un modello transazionale di interazione genitore-figlio e suggeriscono che tutti gli sforzi volti ad intervenire per ridurre sia la disciplina verbale violenta sia i problemi di condotta dovranno rivolgersi sia ai genitori che ai figli”.

 

[tabs][tab title =”Fonte”]Wang MT, et al “Longitudinal links between fathers’ and mothers’ harsh verbal discopline and adolescents’ conduct problems and depressive symptoms” Child Devel 2013; DOI: 10.1111/cdev.12143.[/tab][tab title =”Revisione scientifica”]Dott. Federico Baranzini[/tab][tab title =”Immagine”]www.rtor.org[/tab][/tabs]

 

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