Woman in a office (just torso) doing different things at the same time

Sempre più persone nel mondo coprono turni di lavoro sempre più lunghi e si trovano a dover essere al lavoro nel fine settimana, dal momento che un gran numero di compagnie offrono ormai un servizio 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Un recente studio, pubblicato sulla rivista specialistica Journal of Epidemiology & Community Health, sottolinea che questo cambiamento radicale del mondo del lavoro potrebbe, però, portare con sé delle conseguenze negative, ancora non del tutto chiare, sulla salute mentale dei lavoratori. L’équipe di ricerca fa, inoltre, notare che al momento è difficile valutare se queste abitudini lavorative danneggino maggiormente le donne o gli uomini o i due sessi in modo uguale.

 

Le conseguenze del lavoro nel fine settimana: lo studio

Per lo studio sono stati presi in esame i dati provenienti da un sondaggio rappresentativo a livello nazionale che aveva analizzato 11215 uomini e 12188 donne che avevano lavorato nel Regno Unito tra il 2010 e il 2012. Quasi la metà delle donne lavorava meno di 35 ore a settimana, mentre la maggior parte degli uomini lavorava per un tempo maggiore. Solo la metà delle donne era al lavoro nel fine settimana, rispetto ai due terzi degli uomini.

Una volta messi a confronto i soggetti dello studio con quanti lavoravano le tipiche 35 a 40 ore la settimana, è risultato che gli uomini impegnati al lavoro per meno ore presentavano un numero maggiore di sintomi depressivi. Le donne, invece, presentavano un rischio di depressione maggiore soltanto quando lavoravano meno di 55 ore a settimana.
Inoltre, le donne che nella maggior parte dei casi erano al lavoro nel fine settimana presentavano dei sintomi depressivi maggiori rispetto alle donne impegnate solo nei giorni feriali. Gli uomini, invece, presentavano dei sintomi depressivi maggiori durante la settimana quando si trovavano a lavorare in condizioni non adeguate ai loro standard.

Dunque, i risultati di questo studio mostrano che esistono delle differenze di genere nel legame tra turni lavorativi lunghi ed irregolari e sintomi depressivi. Da quanto emerge, poter contare su delle buone condizioni lavorative presenta un gran numero di benefici a livello sociale, economico e sanitario. Per questo, i datori di lavoro e i membri della famiglia dovrebbero mostrarsi maggiormente cooperativi, nel trovare delle modalità in grado di sostenere al meglio le persone che lavorano per dei lunghi periodi di tempo o con orari irregolari.

Va sottolineato che l’obiettivo di questa ricerca non era provare se la distribuzione dei turni o il numero di ore di lavoro settimanali potessero avere un impatto diretto sul rischio di depressione e che i ricercatori hanno potuto contare su quanto riferito direttamente dai lavoratori relativamente ai loro sintomi di depressione.

Per quanto emerge dallo studio, per il benessere dei lavoratori bisognerebbe passare da una cultura lavorativa basata su richieste irrealistiche e ricompense scarse ad una all’interno della quale i lavoratori ricevono sostegno e considerazione e sono sottoposti a condizioni in cui hanno la possibilità di gestire una giusta quantità di tempo libero.Questi semplici accorgimenti risulterebbero benefici per i lavoratori di entrambi i sessi e, di conseguenza, permetterebbero di avere una forza lavoro più soddisfatta e sana e dunque più efficiente.

 

Alcune considerazioni sullo studio

Le lunghe ore di lavoro e il lavoro nel fine settimana potrebbero avere un effetto sulla salute mentale per varie ragioni. Tra queste è importante ricordare che un eccesso di lavoro non fa altro che sottrarre del tempo alle attività sociali, alla vita privata e al riposo, elementi fondamentali per una salute mentale bilanciata..
Le donne potrebbero avvertire questo fardello in modo più intenso dal momento che devono addossarsi un numero maggiore di responsabilità e un carico di lavoro maggiore una volta a casa, oltre al tempo e agli sforzi già offerti al lavoro.

Anche nel caso in cui i lavoratori non dovessero avere la possibilità di modificare i propri orari ed impegni, esistono alcuni accorgimenti in grado di aiutare a ridurre il rischio di depressione. Ad esempio, concedersi delle pause regolari durante il lavoro, priorizzare il lavoro, imparare a dire “no” e a non prendere un carico di lavoro superiore a quello che si può eseguire, lavorare da casa o in modo flessibile quando possibile, comunicare regolarmente e in modo onesto con i membri della famiglia, il partner e i colleghi e distaccarsi consapevolmente dal lavoro per poter approfittare al meglio del tempo di riposo lontano dal luogo di lavoro.

 

Fonti:
Weston G, Zilanawala A, Webb E, et al, Long work hours, weekend working and depressive symptoms in men and women: findings from a UK population-based study, J Epidemiol Community Health 2019;73:465-474.

 

Autore: Federico Baranzini – Psichiatra a Milano

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Psichiatra e psicoterapeuta a Milano, in formazione continua, già ricercatore clinico, si occupa con passione della cura dei disturbi d’ansia e e dei disturbi dell’umore integrando l’approccio psicoterapeutico a quello farmacologico. E’ referente scientifico del sito menteecervello.it
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