[blockquote style=”1″]Alcuni studi hanno suggerito che l’attività fisica potrebbe prevenire o ridurre i sintomi della depressione. Il rischio di depressione risulta essere inversamente proporzionale all’attività fisica praticata ogni settimana.[/blockquote]

Secondo le statistiche, 1 adulto su 10 negli Stati Uniti, afferma di soffrire di depressione. Diversi sono i percorsi che si possono intraprendere per la trattazione di questo disturbo dell’umore, ad esempio la farmacoterapia e la psicoterapia. Ma vi è anche qualcosa di importante che il soggetto stesso può effettuare e che, a prescindere dal disturbo dell’umore sviluppato, fa bene alla salute ed aiuta il raggiungimento di un’ottimale stato di benessere, ovvero svolgere attività fisica. Diversi studi si sono interessati ed hanno suggerito una connessione tra l’attività fisica e la diminuzione della depressione.

Studi sul rischio di depressione e attività fisica

Un nuovo studio pubblicato su JAMA Psichiatry suggerisce che l’attività fisica eseguita tra volte alla settimana potrebbe prevenire o per lo meno ridurre i sintomi della depressione, dato riscontrato anche precedentemente, nel 2013, da uno studio pubblicato da The Cochrane Library.

Il team di ricerca, guidato dalla Dr.ssa Snehal Pinto Pereira dell’Institute of Child Health allo University College London ha ammesso, però, che gli studi precedenti in materia presentavano vari limiti. I ricercatori hanno spiegato: [blockquote style=”2″]La maggior parte di questi studi è stata di tipo trasversale, il che rende impossibile dipanare la direzione della relazione, e per quanto riguarda i pochi studi prospettici, i loro risultati si sono mostrati inconsistenti. Inoltre, a livello della popolazione generale, le persone che presentano dei sintomi depressivi potrebbero sentirsi meno inclini a pratica dell’attività fisica rispetto alle persone sane. Questa possibile spiegazione alle associazioni notate in occasione degli studi trasversali, però, ha ricevuto un’attenzione marginale.[/blockquote]

Sulla base di queste osservazioni e considerazioni, i ricercatori hanno iniziato ad analizzare 11.135 individui nati nel 1958 seguendoli fino all’età di 50 anni. All’età di 23, 33,42 e 50 anni, sono state rilevate le auto- valutazioni dei soggetti relative ai livelli di attività fisica, ma non solo, è stata rilevata l’eventuale presenza di sintomi depressivi esaminando le loro risposte al Malaise Inventory, un questionario volto a valutare la sofferenza di tipo psicologico.

Risultati

La Dr.ssa Pereira e la sua equipe hanno scoperto che per tutte le fasce d’età prese in esame, il rischio di sviluppare la depressione risulta essere inversamente proporzionale all’attività fisica praticata ogni settimana. Più precisamente, aumentare l’attività fisica da 0 a 3 volte la settimana ha ridotto il rischio di depressione del 19%. Ogni sessione ulteriore di attività fisica è stata in grado di ridurre il rischio di depressione di un altro 6%.

La Dr.ssa Pinto Pereira ha aggiunto che: [blockquote style=”2″]E’ significativo notare come questo effetto sia stato riscontrato a livello della popolazione generale e non solo nelle persone che presentavano un rischio di depressione clinica. Più le persone erano attive fisicamente, minori erano i sintomi depressivi riportati. Molte persone che non presentano una depressione di tipo clinico, potrebbero comunque presentare alcuni sintomi depressivi.[/blockquote]

L’equipe ha fatto un’altra scoperta importante ovvero i soggetti del campione affetti da depressione erano meno inclini a svolgere attività fisica. Tra tutte le fasce d’età, i partecipanti affetti da depressione risultavano essere 0,27 volte meno attivi per settimana rispetto ai partecipanti che non presentavano alcuna depressione. Questa associazione risultava ancora più evidente all’età di 23 anni: le persone affette da depressione a questa età mostravano un aumento medio dell’attività fisica nei 5 anni successivi pari a 0,36 volte a settimana, mentre le persone non affette da depressione hanno mostrato un aumento dell’attività fisica pari a 0,63 volte a settimana.

Sulla base di questo risultato la Dr.ssa Pinto Pereira ha affermato: [blockquote style=”2″]Questa scoperta è importante per tutte quelle politiche volte a rendere le persone più attive, dal momento che suggerisce che i sintomi depressivi possono essere considerati come una barriera all’attività fisica nei giovani adulti.[/blockquote]

In un commento a queste scoperte, la Dr.ssa Christine Power, autrice principale dello studio nonchè professoressa di epidemiologia e sanità pubblica all’Institute of Child Health allo University College London, ha affermato: [blockquote style=”2″]Se tutti praticassero dell’attività fisica almeno tre volte la settimana potremmo aspettarci una riduzione drastica del rischio della depressione, senza contare tutti i benefici che questo comporterebbe sulla salute fisica, come hanno già mostrato delle ricerche precedenti, come la riduzione del rischio di obesità, di malattie cardiovascolari e del diabete.[/blockquote]

In generale, per i ricercatori, i risultati di questi studi non fanno altro che enfatizzare l’importanza dell’attività fisica nella prevenzione e riduzione dei sintomi depressivi, facendo notare come i sintomi depressivi che si presentano prima della mezza età potrebbero impedire ai soggetti di praticare l’attività fisica.

I ricercatori concludono affermando: [blockquote style=”2″]Da un punto di vista clinico, il nostro studio suggerisce che i medici che vogliono aiutare i propri pazienti a rimettersi da una depressione dovrebbero includere l’attività fisica nel loro piano di cura per quanto riguarda i cambiamenti all’interno dello stile di vita. Le strategie per mantenere e promuovere l’attività fisica ad ogni età sono garantite, ma i sintomi depressivi potrebbero costituire una possibile barriera ad una vita attiva.[/blockquote]

[tabs][tab title =”Fonte”]Depressive Symptoms and Physical Activity During 3 Decades in Adult Life: Bidirectional Associations in a Prospective Cohort Study, doi:10.1001/jamapsychiatry.2014.1240, Snehal Pinto Pereira et al., published in JAMA Psuchiatry, 15 October 2014, abstract [/tab][tab title =”Revisione Scientifica”]Dott Federico Baranzini [/tab][tab title =”Immagine”]gymnotes.org [/tab][/tabs]

 

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