[blockquote style=”1″]Il consumo di cocaina potrebbe portare a complicazioni cardiache non rilevabili tramite normali esami di routine.[/blockquote]

La correlazione tra cocaina e rischio di cardiopatie

I consumatori di cocaina che lamentano dolori al petto potrebbero presentare un flusso di sangue anormale all’interno dei vasi sanguigni cardiaci più piccoli, che potrebbe non essere visibile durante i controlli di routine e che di conseguenza espone questi pazienti ad un rischio di complicazioni cardiache (cardiopatie) o di morte, secondo una ricerca presentata alle Sessioni Scientifiche 2014 della American Heart Association (Associazione Cardiaca Americana).

“Sfortunatamente il consumo di cocaina è molto comune e notiamo che molti pazienti ammessi al pronto soccorso soffrono di dolori al petto dopo aver consumato cocaina“, ha affermato il Dr. Varun Kumar, autore principale dello studio in questione ed internista al Mount Sinai Hospital di Chicago. “Ma può esservi una discrepanza, dal momento che il paziente presenta dei sintomi eppure il suo angiogramma si rivela normale. La disfunzione microvascolare che avviene nella circolazione cardiaca dopo il consumo di cocaina non viene solitamente rilevata durante un angiogramma di routine“.

L’espressione disfunzione microvascolare fa riferimento al flusso sanguigno inappropriato attraverso i vasi sanguigni più piccoli. Lo studio ha messo a confronto i test di imaging cardiaco di 202 consumatori di cocaina e quelli di 210 non-consumatori scelti in modo casuale. Tutti i partecipanti allo studio erano stati sottoposti a esami di angiografia coronarica al Mount Sinai Hospital di Chicago, in un periodo che va dal 2005 al 2013.

Lo studio ha mostrato che tra i consumatori di cocaina, durante l’angiogramma, la sostanza colorante utilizzata non scompariva in modo istantaneo dai vasi sanguigni più piccoli ed, inoltre, i vasi sanguigni eccessivamente dilatati portavano ad un flusso sanguigno più rapido.

[blockquote style=”3″]Le scoperte hanno suggerito che anche quando non vi sono segni di malattia a carico delle arterie coronariche tra i consumatori di cocaina, questi tendono a presentare un danno a livello dei vasi sanguigni in grado di produrre sintomi quali dolori al petto e respiro corto.[/blockquote]

Le anormalità riscontrate nel flusso sanguigno risultavano significative rispetto ai non-consumatori di cocaina affetti da diabete, pressione alta e una storia familiare di coronaropatie.

I consumatori di cocaina rappresentano una popolazione poco studiata, secondo il Dr. Kumar, che ha suggerito come questi pazienti potrebbero essere degli ottimi candidati per alcune terapie standard di prevenzione delle malattie cardiache, come l’aspirina e i medicinali che regolano i livelli di colesterolo.

[blockquote style=”2″]Abbiamo bisogno di altre ricerche in merito, ma esistono delle prove in grado di confermare che la cocaina da sola può stimolare la formazione di coaguli e potrebbe contribuire all’arteriosclerosi e alle coronaropatie[/blockquote]

ha aggiunto il Dr. Kumar. “Questa popolazione di pazienti può anche essere minima, ma il consumo di cocaina è diffuso e non vogliamo che i problemi di questi pazienti vengano trascurati“.

 

[tabs][tab title =”Fonte”]American Heart Association. “Cocaine users experience abnormal blood flow, risk heart disease.” Medical News Today. MediLexicon, Intl., 19 Nov. 2014. Web. 17 Feb. 2015. [/tab][tab title =”Revisione scientifica”]Dott. Federico Baranzini[/tab][tab title =”Immagine”]apchute.com[/tab][/tabs]

 

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